La storia di questa cooperativa Liberté raccontata nella versione di Graciela, che, insieme a un gruppo di persone esterne a questo carcere, ha lavorato intensamente, fianco a fianco con quelli dentro il carcere, per rendere questa cooperativa una realtà.

Graciela ci ha raccontato come la figura di Liberté iniziò ad apparire come cooperativa:

Il suo amico di lunga data, "Riky", Augman, con il quale ha un'amicizia di vecchia data, ha preso un caffè, dove le ha spiegato la situazione del nostro spazio, raccontandole come lavoravano qui, quindi ha detto che abbiamo lavorato come cooperativa, e ho chiesto alla sua amica, che ha forti legami con il nostro spazio, se volesse fare una vera cooperativa, di Liberté, alla quale ha acconsentito e lei ha accettato di informarsi da qualcuno con molta esperienza sulle cooperative .

Dice di aver finalmente consultato il popolo della Federazione delle Cooperative in merito alla possibilità di costituire una cooperativa ufficiale, soprattutto la questione è sorta per la condizione di reclusione e parlando con il dirigente del suddetto ente, Alberto Bavestrello, ha risposto che sì era possibile e che era fantastico.

Infine, gli incontri intermedi, via zoom il venerdì, ha detto Graciela, e dopo tanto lavoro è uscita la Cooperativa Liberté, e ha anche affermato che la cosa più importante di questa concrezione è che si tratta di una cooperativa formata con persone private di liberty, il cui Consiglio di Amministrazione si realizza con attori di quella condizione e che rappresenta per lei, come per molti, una situazione senza precedenti.

Ha anche detto che conoscersi tramite lo zoom non è la stessa cosa che essere sul posto e poter vedere con i propri occhi cosa si fa qui, cosa che ha definito encomiabile il compito che si sta facendo qui.

Fonte: Libertà