In giorni di lotta per recuperare i diritti naturali inalienabili, la dignità dell'essere umano, da Liberté mandiamo un messaggio di solidarietà a coloro che dietro le sbarre svolgono quotidianamente compiti nell'ambito della reclusione senza alcun compenso, in contrasto con i diritti acquisiti e riconosciuti attraverso una legislazione del lavoro, come espresso in una dichiarazione dell'orbita statale nazionale in cui il PPN, Procura Penitenziaria Nazionale, esprime l'importanza di stabilire e soddisfare le condizioni necessarie affinché i detenuti possano accedere a un lavoro.


In tal senso, si ricorda che tra i principali obiettivi istituzionali c'è quello di pubblicizzare l'occupazione intramurale, verificare se le attività all'interno del carcere generano posti di lavoro formativi e produttivi, e se sono sviluppate nel rispetto della normativa del lavoro e della previdenza sociale.
Un'indagine specifica sull'argomento svolta dalla Procura Penitenziaria nel 2017 offre una panoramica generale del modo in cui le attività lavorative si svolgono all'interno del sistema carcerario.
Abbiamo presentato un disegno di legge nazionale con l'obiettivo che i detenuti abbiano accesso al telelavoro.
Da Liberté lottiamo affinché chi lavora quotidianamente facendo il pane, pulendo fognature, condutture, nelle officine, manutenzioni generali, frutteti e altro, sia riconosciuto sul posto di lavoro secondo quanto già affermato.
È prioritario che si generino le condizioni necessarie per rafforzare il sistema del lavoro in un contesto di reclusione che garantisca salari dignitosi, condizioni di lavoro adeguate e l'incorporazione di capacità produttive utili al momento della laurea.
Fonte: Libertà