Nell'ultima riunione del Comitato Carcerario di Batán, hanno fatto riferimento al modo in cui l'area sanitaria di questa unità sta agendo, a porte chiuse, dove sono stati incorporati più professionisti, traumatologia, psicologi, ecc., svolgendo un'azione molto favorevole attenzione per coloro che intervengono in cerca di una risposta favorevole alla loro richiesta.
Purtroppo la felicità non è mai completa, ora si è rilevato che ciò che sta venendo meno è il servizio dei loro dirigenti penitenziari, di cui si vede un cattivo comportamento, nei confronti dei pazienti incarcerati, che quando arrivano sul posto invece di farli passare in nuove strutture modulari, lasciarle in attesa nella cella costruita con le sbarre, dove, inoltre, abbondano le finestre senza vetro e l'attesa diventa un calvario.
È stato osservato che alcuni dei detenuti che vi arrivano sono pazienti con problemi polmonari, persone molto anziane, con problemi reumatici e altri.
Le attese in molte occasioni sono di solito fino a due ore o più in quella "gabbia del leone" poiché quel luogo è riconosciuto nell'ambiente carcerario, e dove il freddo e lo stare in piedi a lungo diventano i carnefici di turno, soprattutto per le persone anziane e persone con malattie, come dicevamo prima, con problemi polmonari.
In questo modo, questo tipo di situazione si rifletteva all'interno del comitato in cui non solo i detenuti partecipano come referenti del padiglione, ma anche le autorità carcerarie, come è il caso del sottocapo del carcere, il carcere di Martín Ybarra, e l'operaio sociale Julieta Torres, che è l'anello di congiunzione tra il Quartier Generale e la Sanità per coordinare tutti i tipi di procedure inerenti alla salute.
Tutti i presenti hanno fatto eco alla situazione e il coordinamento della commissione ha promesso di dialogare con i responsabili dell'Area Sanitaria affinché non si ripetano queste problematiche contaminate da negatività.
Fonte: Liberté Press