I mediatori di comunità hanno sperimentato cosa significa conoscere Liberté

Dolores Ayerdi, lavora presso l'Ufficio del Difensore civico, della Provincia di Buenos Aires, nel capoluogo di provincia, La Plata, ed è mediatrice di comunità, mentre Natalia Messineo, Centro per l'accesso alla giustizia, del Ministero della giustizia per i diritti umani, di la Nazione, mediatrice comunitaria.

Personalmente faccio delle esperienze di dialogo, ci accenna Ayerdi, mentre condividevamo questa conversazione nella sala ristorante di Liberté, “Punto de Paz”.

Ha sostenuto di avere anche altre esperienze di dialogo come l'agevolazione nelle carceri, e da lì conosce la proposta della nostra entità, aggiunge anche che era suo desiderio conoscerla meglio e al di là di quanto detto, vivendo l'esperienza , e menziona che insieme a Messineo stanno facendo un diploma in mediazione comunitaria, come garanzia di accesso alla giustizia, qui nell'unità in cui ci troviamo, organizzata dal Centro per l'accesso alla giustizia, dall'Università di Mar del Plata, da l'Ufficio del difensore civico provinciale, per questo sono venuti qui per svolgere le pratiche già citate nell'ambito della mediazione dal corso di diploma, e che hanno saputo sfruttare l'istanza e conoscere il nostro spazio.

D'altra parte, Natalia Messineo, indica che da alcune pubblicazioni in rete, e per la conoscenza e il trattamento con Mario Juliano, (il compianto giudice e "padrino di Liberté, considerato tale, anche dopo la sua partenza), e per lo stesso laurea che si sta rilasciando dal nostro territorio, all'interno della Facoltà di Scienze della Salute, è che aveva riferimenti a quello che è il nostro lavoro, anche se non lo conoscevo personalmente e colgo l'occasione per congratularmi e sottolineare anche la parola autogestione, evidenziando l'importanza di Qui è dove l'autocontrollo nasce da una varietà di comportamenti quotidiani.

Ha detto che ci lavorano, con i detenuti, (prigionieri), che è essere protagonisti della propria autogestione, dell'autocontrollo personale, quotidianamente, comprendendo che è ciò che facciamo dal nostro spazio.

Definisci Libertà

Ayerdi: “Un progetto autogestito, che dimostra che c'è un altro modo per attraversare il carcere”.

Messineo: “Mi viene la parola dignità, quello che si fa con altre esperienze nasce, nelle visite ad altri reparti carcerari, questo poter guardare in faccia, negli occhi, come si sta facendo, ha a che fare con la dignità di quello che fanno", non poté continuare, l'emozione per il momento vissuta, gli giocò uno scherzo e le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi si sommarono a un senso di soffocamento in gola, non fecero altro che dimostrare il suo impegno per cause nobili come questa uno, quello che viene innalzato da qui ogni giorno.

Infine: "Per me è fondamentale poter mostrare questo", ha detto Ayerdi, alla domanda sulla replica del lavoro di Liberté in altre carceri, in modo che venga replicato, ha continuato, "e sono stata molto commossa da quando ho arrivato, mi sembra che l'esperienza che deve davvero accadere in altri posti sia meravigliosa, speriamo di poter fare qualcosa per realizzarla, in cui possiamo aiutare la verità che penso sia meravigliosa.

Fonte: Liberté Press