Il 20 dicembre, durante la riunione straordinaria del Comitato Batán UP15, proprio nel momento in cui si discutevano due proposte di giorni di visita, se continuare con il formato utilizzato durante la pandemia o tornare al sistema precedente al protocollo, installato per la prevenzione del Corona Virus, nel bel mezzo di un'accesa discussione, è emersa la parola riflessiva di Diana Márquez, membro dell'organizzazione e coordinatrice di Vittime per La Paz, che ha alluso all'anniversario, (quello stesso giorno) ., della nascita del compianto Giudice Mario Juliano, che è stato fin dalla sua creazione, un forte sostenitore di Liberté, nel suo cammino verso la riscoperta della dignità di chi è privato della libertà, per questo è stato e continuerà ad essere per sempre, il padrino della nostra istituzione.

Parole di Diana Márquez sulla figura di Mario Juliano:

Oggi sarebbe il compleanno di Mario Juliano, e mi sembra importante portarlo proprio in questo giorno e in questo luogo, a titolo oneroso, perché con lui sono iniziate le tavole di questo comitato, ne è stato l'ideatore, e trovo interessante che sia sappi che l'obiettivo della creazione è sempre stato quello di ridurre la violenza carceraria, infatti, è per questo che siamo qui. Capisco che il cambiamento delle abitudini e delle modalità carcerarie si possa ottenere poco a poco, il più possibile, perché sappiamo che i cambiamenti di solito non sono veloci, il sistema carcerario impedisce che sia altrimenti, è già tanto cercare di cambiare. Qui ognuno deve esprimere la propria opinione, e quello che capisco è che ciò che viene proposto verrà messo ai voti e ne scaturirà la scelta di una delle due proposte, e qualunque essa sia, ciò che conta è ciò che sceglie la maggioranza.

In questo modo, la rappresentante dell'organizzazione Victims for Peace, Diana Márquez, non solo ha messo un panno freddo sul momento, ma ha anche ricordato chi era il creatore del Comitato e qual era lo scopo della sua creazione, (per pacificare il carcere), oltre a fare riferimento al perché, sia lei che gli altri, siedono oggi a quel tavolo e non per altro, lasciando da parte e molto indietro, quel carcere identificato da momenti violenti.

Fonte: Liberté Press